L’intervento riguarda la demolizione e ricostruzione dell’asilo E. Falcetti, un edificio dalla superficie di circa 300 mq realizzato a fine degli ’50 su di un lotto dall'estensione di circa 3.200 mq, con una struttura portante in calcestruzzo armato e tamponature in muratura di tufo e in parte di laterizio. Più volte rimaneggiato con l’aggiunta di piccoli annessi e rimasto in esercizio fino alla fine degli anni ’90, l’Amministrazione, a seguito di puntuali verifiche strutturali, ha ritenuto eccessivamente oneroso ‘l’intervento di adeguamento sismico, decidendo così di acquisire attraverso la Banca Europea degli Investimenti (BEI) le risorse per una sua integrale ricostruzione. Questa decisione ha offerto l’opportunità di concepire un nuovo organismo edilizio coerente con i contenuti innovativi introdotti dalla Legge 13 luglio 2015, n. 107, recante “riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, meglio conosciuta come “La Buona Scuola”, che prevede il passaggio da una scuola centrata sull'ascolto ad una scuola centrata sul “laboratorio”, cioè sull'operare riflessivo, sul costruire insieme, sul negoziare e sulla cooperazione linguistica e relazionale. ![]() Il nuovo volume si caratterizza per l’immediata riconoscibilità rispetto al contesto urbano in cui l’opera è collocata, anche grazie ai trattamenti di facciata (colore per l’asilo, texture in legno per il civic center. La forte connotazione volumetrica delle diverse funzioni previste riflette la maggiore flessibilità delle funzioni ottenuta attraverso una revisione delle soluzioni distributive in considerazioni della Buona scuola che accorpa l’asilo nido alla scuola dell’infanzia configurando una nuova tipologia dotata di maggiore flessibilità gestionale e chiara identificazione dei requisiti di sicurezza delle diverse funzioni. ![]() Le scelte effettuate sono state volte al raggiungimento del maggiore grado possibile di funzionalità impiantistica e all’utilizzo delle più avanzata tecnologie (termico, elettrico, idraulico, acustico, ethernet, Wi-Fi, videosorveglianza, antintrusione, didattico, ecc.) in modo da contenere i costi di gestione, anche grazie all’incremento delle prestazioni termiche dei serramenti e dell’involucro edilizio. Per favorire il raggiungimento di questo obiettivo è stato adottato uno schema impiantistico quanto mai flessibile in modo da rispondere contemporaneamente a due esigenze: una spaziale, legata alla particolare conformazione degli ambienti e dall’uso diversificato dei luoghi della scuola, potendo gestire tutte le utenze per sezioni e ambienti. La seconda esigenza riguarda gli utenti: diverso è climatizzare un ambiente frequentato da molti adulti (genitori in riunione) o pochi bambini (attività di studio a piccoli gruppi nell’Agorà). Gli impianti devono essere quindi impostati a matrice, con la possibilità di spegnerli e accenderli per sezioni e regolarli separatamente. In quest’ottica è stata posta particolare attenzione alla progettazione dell’impianto di climatizzazione, progettando un impianto a soffitto radiante per riscaldare l’intero edificio scolastico, e un impianto a tutt’aria per la sala polifunzionale. ![]() ![]() Per raggiungere questi risultati è stata adottata una specifica tipologia di platea di fondazione e di solaio bidirezionale rappresentata dalla tecnologia U-Boot Beton della Daliform Group. Si tratta di un cassero a perdere in polipropilene riciclato di forma tronco-piramidale con incavo semicilindrico a croce posto in sommità per ospitare barre d’armatura o impianti da integrare nel getto, studiato per creare solai e platee alleggeriti bidirezionali in calcestruzzo armato che consente di realizzare solai a piastra senza ricorrere all'utilizzo di capitelli emergenti (i cosiddetti “funghi”) potendo, questi ultimi, essere confinati all'interno dello spessore stesso del solaio. Annegando i casseri nel getto di calcestruzzo si ottiene la formazione di una soletta piana continua sia al di sopra, sia al di sotto (grazie ai piedini conici elevatori) degli U-Boot Beton, e di un graticcio di nervature mutualmente ortogonali ed interconnesse tra loro, nei due sensi, a costituire le sezioni resistenti. |
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