Programma di rigenerazione dei beni demaniali dismessi
Il programma, presentato dalla Città di Caserta alla Regione Campania nell’ambito della “Manifestazione di interesse per la formazione di programmi di edilizia residenziale sociale e di riqualificazione di ambiti urbani degradati e dismessi” pubblicato sul BURC n. 28 del 14/07/2008, consiste nella riqualificazione urbana di quattro beni dismessi trasferiti dal Ministero della Difesa all’Agenzia del Demanio con i Decreti del 28/02/2007 e del 28/07/2007, la riconversione di una parte delle volumetrie esistenti e la ristrutturazione urbanistica di uno di questi beni per la realizzazione di edilizia residenziale sociale e libera.

Collocate in punti significativi della struttura urbana, le aree militari della città di Caserta si estendono su di una superficie pari a circa 900.000 mq su cui insiste una volumetria di 1.300.000 mc, rappresentando uno dei fattori strategici per lo sviluppo urbano.

L’ANCE, con la collaborazione dello IACP della Provincia di Caserta ha messo a punto nel 2008 uno studio volto alla rigenerazione dei primi quattro beni trasferiti dal Ministero della Difesa all’Agenzia del Demanio, l’ex caserma Barducci, l’ex caserma Brignole, l’ex caserma Bronzetti, l’ex caserma Mulini Alifreda.

Ricorrendo al sistema d’attuazione della perequazione urbanistica, cosi come definito all’art. 32 della L.R. n. 16/2004, le quote edificatorie espresse da ognuno di questi beni sono state articolate in modo da realizzare un insediamento di edilizia residenziale, ristrutturando l’area dell’ex caserma Barducci, priva di vincoli ambientali e storico-artistici, recuperando i rimanenti tre per l’insediamento di funzioni terziarie di rango urbano. 


 
Valutando il regime urbanistico di questi beni e le specifiche caratteristiche edilizie delle volumetrie esistenti, la proposta concentra in corrispondenza dell’ex caserma Barducci una quota edificatoria destinata all’edilizia residenziale pari a circa 110.000 mc, articolata secondo un mix funzionale che prevede il 15% di terziario di base, il 55% di edilizia libera, il 15% di edilizia sociale ed il 15% di edilizia pubblica, consentendo, nel complesso, l’insediamento di circa 1.235 nuovi abitanti e la realizzazione di 355 alloggi.

Tale previsione insediativa determina la realizzazione di standard minimi abitativi per circa 22.000 mq che sono integralmente compresi all’interno dell’ambito d’intervento della ex caserma, portando alla realizzazione di un insediamento dotato di tutte le opere di urbanizzazione primaria e secondaria previste dalla legislazione vigente in materia.

Per quanto riguarda gli altri beni, rappresentati dalle ex caserma Brignole, Mulini Militari e Bronzetti, la proposta prevede il recupero delle volumetrie esistenti per la realizzazione di attività di carattere terziario destinate all’insediamento di attrezzature private ad uso pubblico di scala locale e sovralocale.
ipotesi planovolumetrica per il recupero dell'ex caserma Barducci

La sostenibilità della proposta risiede essenzialmente, sotto il profilo urbanistico nella possibilità di incrementare la volumetria massima consentita per la ZTO F6 - Attrezzature pubbliche di interesse comune - attraverso una variante allo strumento vigente per acquisire i parametri urbanistici di una ZTO B2 – Residenziale di completamento, semintensiva -, e, sotto il profilo economico finanziario, nella possibilità per l’Amministrazione comunale di acquisire una considerevole quantità di superfici e volumi attraverso una transazione effettuata sulla base di valori immobiliari molto inferiori a quelli di mercato.
ipotesi planovolumetrica per il recupero degli ex Mulini Alifreda

Le proposte progettuali riguardanti le caratteristiche del programma e dei singoli interventi edilizi sono state formulate coerentemente alle “Linee guida per la redazione e l’attuazione dei programmi finalizzati alla risoluzione delle problematiche abitative e alla riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico esistente” approvate dalla Regione Campania con la Deliberazione n. 231 del 6 febbraio 2008 prevedendo:
  • l’adozione dei criteri di qualità energetica ed ambientale del Protocollo ITACA; 
  • elevati livelli prestazionali relativi alla sicurezza dell’edilizia residenziale pubblica, attraverso l’inserimento di impianti e di tecnologie innovativi per il settore e la loro integrazione. 
  • notevole flessibilità d’uso per poter rispondere alle esigenze dei gruppi sociali svantaggiati.