Housing sociale a Caserta

L’intervento è stato proposto alla Regione Campania in risposta al Programma regionale di edilizia residenziale sociale Art. 8 DPCM 16 luglio 2009 per la formazione del ”Piano nazionale di edilizia abitativa”.
Seguendo le linee guida in materia di Edilizia Residenziale Sociale, approvate dalla Regione Campania con DGR n. 572 del 22/07/2010, il progetto prevede la realizzazione di un quartiere residenziale a Caserta, comprendente un mix di funzioni e di tipologie di alloggi differenti, con una quota di Social Housing consistente, realizzati con l’obiettivo di integrare ad essi un sistema-servizio di utilità sociale gestito congiuntamente agli alloggi sociali in maniera da costituire un polo sociale complesso. ![]() Dopo un’attenta analisi preliminare del sito, segnatamente volta ad evidenziare gli aspetti microclimatici e le connessioni funzionali, si è immaginato un piccolo quartiere in grado di gestire al meglio gli apporti naturali, di regolare e razionalizzare i flussi abitativi interni e di gestire correttamente le risorse ed i problemi che un insediamento di nuova costruzione produce, così come richiesto dai dettami fondamentali del Protocollo ITACA.
![]() Per gli edifici si è immaginato di ottenere il massimo comfort abitativo ricorrendo principalmente ad una corretta progettazione dei sistemi che consentono di massimizzare lo sfruttamento degli apporti naturali di energia, al fine di ridurre per quanto possibile, l’impronta ecologica di un manufatto. L’obiettivo dichiarato dell’intervento è ottenere edifici posizionabili in classe energetica A secondo D.M. 26/06/09, ovvero di realizzare degli immobili che attestano il loro fabbisogno su valori < 30 Kwh/mqanno per Ep. Questo risultato dipende innanzitutto da un’accorta disposizione al suolo, sensibile alla questione dei venti prevalenti quanto a quella del soleggiamento nelle varie stagioni, unito alla collocazione opportuna delle quinte vegetali degli spazi aperti (scelte per differenti tipologie a seconda che debbano schermare dal sole o dal vento in estate – caducifoglie - o in inverno -perenni) consente di utilizzare al minimo grado gli “integratori” di energia previsti dal progetto. ![]() ![]() ![]() ![]() Dal punto di vista dei dispositivi passivi, gli edifici sono dotati: - di serre solari per l’accumulo del calore in inverno; - di frangisole mobili; - di camini di ventilazione per l’ingresso di aria fresca, lo smaltimento di quella calda ed il ricircolo, con andamenti invertibili nella stagione fredda. Particolare attenzione è stata posta all’organizzazione degli alloggi di edilizia residenziale sociale. Ogni tipologia è stata, infatti, concepita per rispondere ai bisogni di una specifica utenza, in modo da essere integrata nel complessivo sistema dei servizi. ![]() La tipologia A, costituta da 2 camere con ingresso, soggiorno/pranzo con angolo cottura, disimpegno con zona ripostiglio, bagno finestrato e bagno di servizio, camera matrimoniale (o doppia), garage o posto auto, per una superficie calpestabile pari a circa 45 mq (55 mq SL), è la più consistente in modo da poter essere destinata ad ospitare famiglie mononucleari, anziani, donne sole o con figli minori, italiane ed extracomunitarie, madri nubili, ragazze vittime della tratta.
La tipologia B, costituita da 3 camere con ingresso, soggiorno/pranzo con angolo cucina, disimpegno con zona ripostiglio, bagno finestrato e bagno di servizio, camera matrimoniale o doppia, camera singola, garage e cantina, per una superficie calpestabile pari a 68 mq (80 mq SL), è stata concepita per giovani coppie o nuclei familiari di tre componenti con priorità per le categorie sociali soggette a procedure esecutive di rilascio per finita locazione degli immobili, in possesso dei requisiti di cui all’art. 1 della Legge 8 febbraio 2007, n. 9, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 2007. La tipologia C, costituita da 4 camere con ingresso, soggiorno - pranzo, cucina, disimpegno con zona ripostiglio, doppio bagno, camera matrimoniale, due camere singole, garage e cantina, per una superficie calpestabile pari a 89 mq (105 mq SL), si rivolge, invece, prioritariamente alle categorie sociali soggette a procedure esecutive di rilascio per finita locazione degli immobili. ![]() ![]() ![]() |
![]() L’elemento centrale del progetto gestionale è rappresentato dalla costituzione di un Gestore sociale, ovvero un’organizzazione privata, comprendente anche gli enti di cui al libro V del codice civile, che esercita in via stabile e principale un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale, e che ha i requisiti di cui agli articoli 2, 3 e 4 del D.Lgs 155/2006, recante "Disciplina dell'impresa sociale, a norma della legge 13 giugno 2005, n. 118". Il Gestore sociale svolgerà, direttamente o indirettamente, tutte le attività connesse alla gestione degli immobili e della comunità. In particolare, al Gestore sociale, nell’ambito delle attività previste nel programma preliminare di gestione, è attribuito il management dei “Sistemi servizio”, strutture composte da più funzioni collegate tra loro e complessivamente integrati con le aree e le attrezzature a standard previste dal D.M. 1444/68. I Sistemi-servizio associano funzioni a scala urbana ad attività rivolte al vicinato o alla sola residenza, legate tra loro da una specifica utenza oppure da una tematica comune. In questo caso, rilevando i principali bisogni degli abitanti del contesto di riferimento e le caratteristiche della domanda abitativa con i servizi erogati attraverso il Piano Sociale di Zona, è stato concepito il Sistema-servizio di tutoraggio educativo per minori disagiati. |