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La proposta riguarda un’area periferica del Comune di Tricase destinata al completamento di un insediamento di edilizia residenziale pubblica secondo criteri di sostenibilità ambientale. Constatata la natura dei luoghi caratterizzati dal perdurante rapporto con i tracciati agricoli del suolo, il tema specifico dell’alloggio è stato concepito come parte integrante di un complesso sistema di relazioni fisiche, simboliche, tecniche, stabilito con l’intento di superare la tradizionale opposizione funzionalista tra spazio domestico e spazio pubblico. 

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Attraverso l’estensione della misura dettata dall’abitare a tutto il complesso insediativo è stata ricavata, così, una trama urbana in grado di equilibrare le componenti essenziali del sistema insediativo: architettura, ambiente, infrastruttura, energia, paesaggio. Il risultato di questo esercizio compositivo è rappresentato da una sorta di diagramma operativo che consente, attraverso una serie misurata di slittamenti, la generazione di innumerevoli topografie capaci di rispondere alle tensioni poste dai singoli individui nella costruzione dello spazio collettivo attraverso il dialogo partecipativo con gli abitanti del nuovo complesso e della città. L’impianto urbano appare, così, articolato in una serie di bande longitudinali, trattenute da “binari” che consentono lo svolgimento di movimenti elementari tra vuoto – pieno, attivo – passivo, pubblico – privato, naturale – antropico, definiti progressivamente da un negoziato tra gli specifici requisiti prestazionali previsti per ogni tipologia edilizia e le istanze degli utenti. A partire da queste considerazioni, è stato possibile configurare un’architettura in cui la differenza tra le singole abitazioni non risiede più esclusivamente nella qualità delle finiture o nella dimensione, ma nella diversificata qualità di organizzazione degli spazi.

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L’introduzione di un duplice sistema di accessi che configura un “passage”, le varianti distributive rese possibili da una disponibilità aggiuntiva di 15 mq, associate ad una alla varietà insediativa introdotta dai “binari”, consentono di assecondare la propensione dello spazio domestico a manifestarsi come luogo di libertà e identità, dove le attività non si susseguono più con ritmi invariabili e dove, soprattutto, gli abitanti possono, in autonomia, esprimere e appa¬gare le proprie personalissime necessità. L’effetto prodotto sarà rappresentato dal passaggio della casa standard alla casa personalizzata, dall’oggetto astratto all’oggetto relazionale, dalla casa come interno alla casa come paesaggio.

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La strategia perseguita per raggiungere i livelli di rendimento energetico richiesti dal bando è stata semplicemente quella dettata dalla sinergia tra le molteplici azioni/operazioni e tecniche/tecnologie impiegate. La somma di fattori semplici ha consentito forse di raggiungere risultati complessi, contribuendo a segnare il definitivo passaggio da una fase sperimentale ad una in cui la sostenibilità si traduce in una pratica concreta e realista. La minimizzazione del fabbisogno energetico, il contenimento delle perdite energetiche, l’ottimizzazione degli apporti energetici da fonti naturali, come luce e calore solare hanno interagito con l’organizzazione dello spazio e con l’impiego di elementi edilizi, come finestre apribili, schermature ad inclinazione regolabile, tamponature. Sono le scelte architettoniche che hanno determinato non solo la conformazione dell’organismo edilizio, ma anche il suo comportamento energetico.

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